27 ottobre 2008

L'inno: c'è una crepa in ogni cosa

Anthem, Leonard Cohen
(da "The Future", 1992)

"Lascia perdere le offerte perfette, c'è una crepa in ogni cosa".

"C'è una crepa in ogni cosa" sospira anche il coro. Leggendo il testo a posteriori ho pensato che me lo sarei potuto aspettare. Ma al primo ascolto, pur riuscendo a seguire quasi completamente il testo, quando sono arrivato al ritornello ho avuto un colpo.
L'ambientazione del disco ("The Future") vuole richiamare fin dalla copertina qualche tono leggermente apocalittico sulla situazione attuale e porre domande inquietanti sul futuro. Poi arriva "Anthem", che già poteva fare pensare a una nuova "Blowin' in the wind" o una "Born in the Usa".
Invece la canzone inizia discreta, proprio con un grande senso di aspettativa:
"Gli uccelli hanno cantato / al sorgere del sole / "Inizia di nuovo / - li ho sentiti dire - / non indugiare su ciò che è stato / o su ciò che non è ancora".
Ed è da notare che questa è l'unica strofa (anzi, mezza strofa) in cui gli archi sostengono la voce con quei crescendo leggeri, aumentando il senso di attesa. Si passa dunque alla condizione drammatica in cui ci troviamo: "Ah, le guerre si combatteranno ancora / e la colomba non sarà mai libera". E forse è questo il motivo per cui il ritornello giunge così inaspettato.
Abituati come siamo ai cliche' del disfattismo, basta questa seconda metà della strofa e ci siamo già dimenticati della prima e della sua speranza.

"Suona le campane che ancora riescano a suonare" (...e scusate ma devo confessare che una grande emozione coglie a questo punto un amante di "Oh Mercy" (Bob Dylan, 1989) dove si trova la commovente "Ring them bells"...)
"Suona le campane che ancora riescano a suonare / Lascia perdere le offerte perfette / C'è una crepa in ogni cosa / Ed è così che la luce può entrare".
Ma cosa puo' sostenere una persona a scrivere questo ultimo verso, così speranzoso?

"Abbiamo chiesto dei segni / e li abbiamo avuti: / nascite tradite /"(addirittura l'aborto!) "e matrimoni spezzati", i tradimenti della politica "mentre i killer 'lassù in alto' / alzano preghiere a gran voce". C'e' anche questo, certo.
"Puoi mettere assieme le parti / ma non otterrai la somma".
Lo stesso dicasi per questa canzone. Puoi esaminare la dizione praticamente perfetta, l'espressività che ha pochi termini di paragone, il senso di aspettativa unico, l'uso delle vocalist, il testo geniale e poetico... ma tutto assieme non dice appieno della esperienza che provo ogni volta che ascolto questa canzone.
Ho cercato in tutti i modi di non descrivere questa canzone in modo didascalico, con una analisi del testo. Perché odio quando si apostrofa un autore di canzoni come un poeta. Un poeta scrive poesie, qui la canzone si apre un varco da sola verso la crepa del tuo cuore e lì vi riposa.

"Ogni cuore, ogni cuore / giungerà all'amore / ma come un rifugiato".
Alla fine la crepa è tutta nostra, ne siamo ben consapevoli. Ma la luce no, la luce la possiamo cercare come dei rifugiati che cercano qualcuno in grado di accoglierli così come sono.
Chi l'ha provato lo sa: uno arriva addirittura ad affezionarsi alla propria 'crepa' se trova qualcuno in grado di prendersene cura.

Ragman
(8 Luglio 2008)

PS: Si ringrazia sentitamente l'amico e maestro Paolo Vites per la precedente pubblicazione sul suo blog:
http://gamblin--ramblin.blogspot.com/2008/07/linno-c-una-crepa-in-ogni-cosa.html

3 commenti:

Paolo Vites ha detto...

allora: prima cosa devi imparare a mettere i link nei post; poi devi scrivere almeno due post al mese; terzo... viva Mourinho

bella lì

Fausto Leali ha detto...

quarto: metti il link anche al mio blog; quinto: viva Ronaldinho :-)

RagmanDrawcircles ha detto...

Haha, grazie cari..
Sono arrivato, ma con i miei ritmi :-)

Fausto: link aggiunto!